Galanti Livio

LIVIO GALANTI

 

di​​ Mirco Manuguerra

 

 ​​ ​​​​ Sempre vissuto a​​ Pozzo di Mulazzo​​ (Ms), vi nacque​​ il 7 settembre del 1913​​ e​​ vi​​ morì​​ il 3 novembre del 1995.​​ Studioso non accademico, ha lasciato una traccia indelebile​​ nella secolare Tradizione degli Studi​​ Secolare Commento degli Studi Danteschi Lunigianesi. A lui si deve, direttamente o indirettamente, il raggiungimento di gran parte delle attuali determinazioni​​ intorno al tema “Dante e la Lunigiana”. Il Centro​​ Lunigianese di​​ Studi​​ Danteschi (CLSD), cui è stato affidato dalla famiglia il​​ Fondo​​ del maestro,​​ attribuisce al​​ suo​​ basilare lavoro​​ di​​ riordinazione​​ e valorizzazione​​ del grande patrimonio di Referenze​​ il merito​​ assoluto​​ di avere​​ avviato​​ quella​​ stagione di “Rinascimento Lunigianese”​​ alla quale si riconduce,​​ nella regione tutta,​​ la più grande​​ concentrazione​​ mai vista​​ di nuove​​ strutture​​ culturali​​ (MANUGUERRA​​ 2013, 20172).​​ 

 ​​ ​​​​ A Mulazzo​​ il​​ CLSD​​ ha​​ dedicato​​ alla​​ figura​​ del G.​​ nel 2003​​ il​​ ‘Museo Dantesco Lunigianese’​​ (sezione principale​​ di ciò che in seguito è divenuta​​ la​​ struttura​​ più ampia della​​ ‘Casa di Dante in Lunigiana’);​​ nel 2006​​ le Celebrazioni del​​ VII​​ Centenario del​​ soggiorno​​ di Dante​​ (1306 – 2006);​​ nel 2008​​ l’Epigrafe del Centenario, apposta​​ sulla parete ovest della casa-torre due-trecentesca che ospita​​ l’ente​​ e,​​ in occasione del centenario della nascita, il 7 settembre del 2013, uno speciale annullo filatelico.​​ L’Amministrazione Comunale,​​ da parte sua,​​ gli ha​​ intitolato la scuola primaria del paese.​​ 

 ​​ ​​​​ Nell’ambito di una​​ corposa​​ produzione​​ tuttora in corso di classificazione e di analisi, il Galanti indicò la necessità di affermare luoghi danteschi​​ come Pontremoli (La Lunigiana nella ‘Divina Commedia’ -​​ III​​ - Pier della Vigna, 1980) e Fosdinovo (Dante e il castello di Fosdinovo, 1984); analizzò​​ la produzione poetica della poesia provenzale malaspiniana (Il marchese poeta Alberto Malaspina,​​ 1984) e​​ fissato​​ alcune​​ fondamentali​​ determinazioni in ordine alla​​ ‘Pace di Castelnuovo’​​ del 1306​​ (Il soggiorno di Dante in Lunigiana, 1985); sviluppò, inoltre,​​ una ricerca intorno alla possibile​​ esistenza in Lunigiana del sepolcro della moglie del conte Ugolino (La Lunigiana nella Divina Commedia - Postilla storica all’episodio del conte Ugolino, 1988), propose​​ un elenco di possibili contributi lunigianesi all’intuizione di​​ numerosi​​ passi del Poema (La Lunigiana nella Divina Commedia - Contributi che la regione ha fornito al Poeta per il suo immortale capolavoro, 1988) e avanzò​​ un’ipotesi originale intorno alla questione del​​ frate Ilaro​​ (La lettera di frate Ilaro del Corvo, 1984).​​ Sui temi più generali​​ pose​​ un felice​​ accento sul​​ ruolo centrale assunto dalla Madonna nell’intuizione​​ del “poema sacro”​​ (La Madonna nel concetto strutturale della Divina Commedia, 1989)​​ e avanzò​​ una soluzione originale (gli Ordini Mendicanti) per la profezia del Veltro (La lupa e il veltro, 1983). Negli ultimi anni​​ di vita​​ maturò​​ l’idea​​ di una maggiore presenza di Dante​​ nella nostra Regione (Il secondo soggiorno di Dante in Lunigiana e la composizione del Purgatorio, 1993) e,​​ in quello che è​​ stato​​ il suo autentico testamento spirituale,​​ uscito nell’anno​​ stesso​​ della morte,​​ ci ha​​ consegnato​​ un’analisi profonda della​​ cruciale​​ ‘Leggenda dei primi sette canti dell’Inferno​​ (Io dico seguitando… - Il ritrovamento dei primi sette canti dell’Inferno e la ripresa della composizione della Commedia, 1995).​​ 

 ​​ ​​​​ Alcune​​ delle​​ opere​​ citate, impreziosite da​​ prefazioni di greande​​ prestigio​​ come quelle di​​ Vittorio Vettori e​​ Giorgio Bàrberi Squarotti,​​ sono state​​ recensite​​ su bollettini scientifici internazionali​​ ed hanno conosciuto​​ l’interessamento della stampa nazionale.

 ​​ ​​​​ Il nome​​ di Livio Galanti​​ resterà per sempre legato alla determinazione del​​ “Termine​​ ad quem​​ della venuta di Dante in Lunigiana”.​​ Fornita​​ già nel 1965​​ sulla base di una corretta interpretazione della profezia astronomica di​​ Purgatorio​​ VIII,​​ ma​​ pubblicata​​ soltanto​​ vent’anni dopo (Il soggiorno di Dante in Lunigiana - Con studio originale sulla predizione fatta al Poeta da Corrado Malaspina, 1985),​​ la soluzione costituisce​​ un lavoro strepitoso con cui l’autore​​ vinse il concorso nazionale dantesco indetto dalla rivista “Cultura e Scuola” (presidente della commissione d’esame un’autorità come Umberto Bosco). Con​​ essa​​ il​​ G. ha dimostrato​​ al mondo​​ come​​ sia ancora possibile,​​ dopo sette secoli,​​ portare contributi rivoluzionari intorno all’opera dell’Alighieri.​​ Il “Termine galantiano”,​​ oggi fissato con precisione alla data del giorno 12 aprile del 1306 (PALANDRANI​​ 2005), ha rivestito una tale importanza​​ sull’esegesi​​ del Canto​​ VIII​​ del Purgatorio (MANUGUERRA​​ 2006, 20171) da aver indotto il​​ CLSD​​ a trattare la Dantistica Lunigianese in termini di “prima e dopo il Galanti”.​​ Grazie a questa intuizione, infatti, si è prodotta nella tradizione degli studi​​ una decisa inversione di tendenza rispetto a quella che​​ si è​​ indicata​​ come​​ Sindrome di Castelnuovo​​ (MANUGUERRA​​ 2006,​​ 20171),​​ un diffuso atteggiamento negativo che colpiva ormai da due secoli esatti ogni referenza dantesca locale, senza eccezione alcuna, a far data dalla scoperta, nel 1765, dei documenti della pace lunigianese del 1306.​​ 

 ​​ ​​​​ Sindaco di Villafranca e poi di Mulazzo, al G.​​ si deve la riqualificazione​​ del borgo medievale che fu​​ antica capitale dello Spino Secco. I lavori, che diedero vita alla cosiddetta della​​ Zona Dantesca​​ di Mulazzo,​​ vennero completati​​ ed inaugurati​​ in occasione delle celebrazioni del​​ VII​​ centenario della nascita del Poeta, nel 1965-‘66​​ alle quali partecipò ufficialmente la Città di Firenze con il sindaco​​ Piero​​ Bargellini​​ al seguito del​​ Gonfalone.​​ Nel quadro​​ di quegli eventi il G.​​ ebbe la felicissima idea di commissionare al grande maestro carrarese Arturo Dazzi il suo ultimo capolavoro: il​​ Dante​​ di Mulazzo,​​ figura umile e buona,​​ esempio unico di un​​ Dante-mater​​ (MANUGUERRA​​ 2016).

 ​​ ​​​​ Il G.​​ non va ricordato​​ soltanto​​ per il​​ saggista raffinato​​ che fu: scrisse anche numerosi​​ racconti,​​ ​​ ​​ ​​ soggetti teatrali e​​ fu pure​​ un poeta.​​ Dalla sua produzione​​ in versi​​ (Il Sole dietro le piramidi, 1944;​​ Limpida​​ Fonte, 1952;​​ Sotto le frecce di cupido, 1986;​​ Il Sole a ponente, 1994)​​ ​​ è​​ emerso,​​ soprattutto​​ in ordine alla​​ produzione​​ conclusiva​​ introdotta dalla straordinaria lirica​​ Ultimo messaggio,​​ un valore​​ di tutto rispetto​​ (MANUGUERRA​​ 2013,​​ 20172).

 

Bibliografia

 

Manuguerra, M.​​ Lunigiana Dantesca, La Spezia, Edizioni​​ clsd, 2006.

 

Manuguerra,​​ M.​​ Sulla chiara traccia di​​ un Nuovo Rinascimento in corso​​ in Lunigiana, in​​ Atti del Centenario della Nascita di Livio Galanti, su​​ «Lunigiana Dantesca», XI (2013), n. 87.

 

M. Manuguerra,​​ ‘Orma di Dante non si cancella’, in *Le Sette Meraviglie della Lunigiana, a c. di A. Baldini, Lucca, Pacini Fazzi, 2016, pp. 229-260.

 

Manuguerra, M.​​ Il soggiorno di Dante in Lunigiana, § 5 di​​ Id,​​ I Fondamenti della Letteratura Lunigianese: dalla ‘Pax Romana’ alla ‘Pax Dantis’, in *Storia della Letteratura Lunigianese, a c. di G. Bilotti, Edizioni Memoranda, La Spezia, 2017,​​ i​​ vol., pp. 39-233.

 

Manuguerra, M.​​ Autori della Lunigiana contemporanea, in *Storia della Letteratura Lunigianese, a c. di G. Bilotti, Edizioni Memoranda, La Spezia, 2017,​​ i​​ vol., pp.​​ 683-712, alle​​ pp.​​ 683-688.

 

Palandrani, C.​​ Dante, i Malaspina e la Val di Magra, Comitato Ufficiale per le Celebrazioni del​​ vii​​ Centenario della venuta di Dante in Lunigiana «Lunigiana Dantesca 2006», Massa, Alberto Ricciardi Editore, 2005.

 

Annullo filatelico per il centenario della nascita​​ 

di Livio Galanti​​ (7 settembre 1913-2013)