Bertoloni Antonio

 

BERTOLONI,​​ ANTONIO​​ 

 

di Amedeo Benedetti

 

 

Antonio Bertoloni,​​ il più insigne botanico italiano dell’Ottocento,​​ nacque a Sarzana l’11 febbraio​​ 1775 dall’ufficiale di artiglieria​​ Francesco,​​ e da Griselda Anna Casoni.​​ Nell’autunno​​ 1793 si​​ trasferì​​ a Pavia per studiare scienze matematiche,​​ per poi abbandonarne lo studio attirato maggiormente dalla​​ medicina e le scienze​​ naturali.​​ In particolar modo si dedicò​​ alla botanica,​​ guidatovi da​​ Giovanni Antonio Scopoli​​ (Cavalese, 1723 – Pavia, 1788), che nell’Ateneo pavese insegnava dal 1777 chimica e botanica, ed era direttore del locale Orto botanico.​​ L’ambiente culturale​​ era in quegli anni particolarmente stimolante, per la presenza all’Università di Pavia di scienziati di prima grandezza con cui Bertoloni strinse amicizia, quali​​ Lazzaro​​ Spallanzani,​​ Serafino Volta, Antonio​​ Scarpa, e​​ il grande medico​​ Giovanni Pietro​​ Frank​​ (Rotalben, Baden, 1745 - Vienna, 1821),​​ che​​ assunse​​ Bertoloni​​ come bibliotecario privato.​​ 

Su suggerimento di​​ Scopoli,​​ Bertoloni​​ si dedicò alla​​ composizione​​ di​​ un​​ erbario della provincia pavese,​​ purtroppo​​ in parte disperso.

Il​​ governo austriaco costrinse il sarzanese ed​​ i​​ docenti che non fossero locali a lasciare Pavia. Bertoloni si spostò quindi​​ a Genova, ove completò i​​ suoi​​ studi​​ laureandosi​​ l’11 giugno​​ 1796 in medicina. Dal​​ dicembre​​ 1800 esercitò l’attività di medico condotto nella nativa Sarzana.​​ La passione di raccoglitore di erbari​​ e di studioso di botanica​​ inculcatagli da Scopoli​​ trovò sfogo in questo periodo,​​ con​​ applicazioni​​ in Liguria ed in Lunigiana. Di​​ tale attività rimane notevole traccia nei suoi lavori del 1803,​​ Rariorum Liguriae Plantarum​​ (decas 1:​​ Genuae, Typis soc. Aemul., 1803, opera proseguita negli anni successivi)​​ e nelle​​ Plantae Genuenses​​ quas annis 1802-1803 observavit​​ (Genuae,​​ Typis Societatis Æmulationis,​​ 1804).

Nel 1811​​ Bertoloni​​ ebbe la​​ cattedra di fisica nel liceo di Genova,​​ iniziando a​​ tenere,​​ grazie alla fama acquisita, anche lezioni presso l’università.​​ 

Ma il cambio definitivo dell’attività professionale avvenne nel 1815, quando​​ lo studioso sarzanese​​ fu chiamato​​ dal naturalista​​ Gaetano Savi​​ (Firenze, 1769 – Pisa, 1844),​​ alla cattedra di botanica dell’Università di Bologna.

Nel 1819 dava alle stampe le​​ Amoenitates ltalicae​​ sistentes opuscula ad rem herbariam et zoologiam Italiae spectantia​​ (Bononiae,​​ typis Annesii de Nobilibus, 1819),​​ dove​​ descriveva la flora di numerose parti d’Italia,​​ soffermandosi diffusamente sulle particolarità delle piante delle Alpi Apuane.

Nel 1832, frutto di​​ ulteriori​​ escursioni sulle Alpi Apuane​​ compiute col figlio Giuseppe, Bertoloni pubblicò​​ Mantissa plantarum​​ florae Alpium Apuanarum​​ (Bononiae, Emydii ab Ulmo et Josephi Tiocchi), che però incontrò le critiche di Domenico Viviani nelle pagine della “Biblioteca italiana o sia giornale di letteratura, scienza​​ e arti​​ (a. 17, 1832, n. 68, pp. 369-377).

A partire dal 1833,​​ basandosi sull’immenso erbario raccolto (Hortus siccus Florae Italiae, comprendente 30.000 esemplari, conservato oggi in 400 pacchi all’Istituto botanico di Bologna), ​​ Bertoloni​​ iniziò a pubblicare​​ la​​ monumentale​​ Flora italica​​ (10 voll., Bologna,​​ Bononiae, ex typogr. Josephi Cenerelli,​​ 1833-1854),​​ frutto di​​ decenni di studio,​​ ordinata​​ (come l’erbario da cui derivava)​​ col metodo​​ di​​ classificazione​​ e con​​ gli stessi criteri di valutazione delle specie​​ predisposta da​​ Linneo (Carl Nilsson Linnaeus), il naturalista​​ svedese (Råshult 1707 - Uppsala 1778)​​ di cui Bertoloni era grande estimatore:​​ la nomenclatura binomia,​​ che​​ assegna agli organismi viventi due nomi: uno per il genere e uno per la specie.​​ Oltre alla​​ descrizione​​ e sistematizzazione di​​ ogni specie e varietà di pianta,​​ Bertoloni indicava nell’opera​​ il luogo​​ in dettaglio​​ di osservazione e/o di raccolta di​​ ogni esemplare.

La​​ Flora italica,​​ prima sintesi delle conoscenze sulla flora italiana, fu composta da Bertoloni avvalendosi anche di una fitta rete di corrispondenti di tutt’Italia (per la Lunigiana, ad esempio, l’abate Emanuele Gerini).

Apposite escursioni in Campania consentirono la pubblicazione nel 1837 del​​ Commentarius de itinere neapolitano​​ aestate anni 1834 suscepto​​ (Bononiae,​​ Emygdii​​ ab Ulmo et Iosephi Tiocchi).

Nel 1840​​ Bertoloni​​ pubblicò un lavoro sulla flora delle​​ Indie Orientali (Florula Guatimalensis​​ sistens plantas nonnullas in Guatimala sponte nascentes,​​ Bononiae,​​ ex Typographaeo Emygdii ab Ulmo).​​ 

Tra i suoi ultimi lavori, figura la pubblicazione nel biennio 1864-1865 delle due memorie sulle​​ Piante nuove asiatiche​​ (Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1864-1865).

Nell’ultimo decennio della sua vita, si occupò​​ inoltre​​ anche di studi in ambito crittogamico, come dimostra la pubblicazione della​​ Flora italica cryptogama​​ (Bologna,​​ Giuseppe Cenerelli,​​ 1858-67).

Morì a Bologna il 17 aprile​​ 1868,​​ dopo una vita di studio e di ricerca, che portò alla scoperta – secondo l’Indice internazionale dei nomi delle piante – di ​​ 857​​ tra specie e sottospecie, ed alla​​ pubblicazione di 120 titoli.​​ 

 

Opere:​​ 

Memoria sopra alcune piante che crescono nella Lunigiana, in​​ Memorie​​ della​​ Società​​ medica​​ emiliana”, I (1802), pp. 73 s.;​​ 

Rariorum Liguriae Plantarum,​​ decas I: Genuae, Typis soc. Aemul., 1803, pp. 123-127; decas 2: Pisis, Typis Raynerii Prosperi, 1806; decas 3:​​ ibidem, 1810;

Plantae Genuenses,​​ Genuae, Typis Societatis Æmulationis, 1804;​​ 

Mantissa plantarum Florae Alpium Apuanarum,​​ Bononiae, Emydii ab Ulmo et Josephi Tiocchi,​​ 1832;​​ 

Commentarius de itinere neapolitano…,​​ Bononiae, Emygdii ab Ulmo et Iosephi Tiocchi,​​ 1837;

Flora italica, 10 voll., Bononiae, ex typogr. Josephi Cenerelli, 1833-1854;

Piante nuove asiatiche, 2 voll., Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1864-1865.

 

Bibliografia:​​ 

GAETANO​​ SAVI,​​ Lettera botanica​​ al sig.​​ dott.​​ Antonio​​ Bertoloni, in​​ Nuovo​​ giornale​​ dei letterati, IV, Pisa,​​ 1806, p. 225;​​ 

FILIPPO​​ PARLATORE,​​ Cenni necrologici​​ di​​ Antonio​​ Bertoloni​​ e Giuseppe Moris, in​​ Nuovo giornale​​ botanico​​ italiano”, I​​ (1869), pp. 149-157;​​ 

GIOVANNI​​ BATTISTA​​ ERCOLANI,​​ Discorso inaugurale​​ letto dal prof. Gio. Battista Ercolani e parole del rettore​​ per l’inaugurazione del monumento ad Antonio​​ Bertoloni, Bologna,​​ Società Tipografica dei Compositori, 1873, pp. 4-7;

VINCENZO​​ CESATI,​​ Cenni biografici sovra​​ Antonio​​ Bertoloni,​​ in​​ Memorie​​ di matematica​​ e fisica della​​ Soc.​​ Ital.​​ d.​​ Scienze, IV (1881),​​ s. 3, t. III, p. 52;​​ 

PIER​​ ANDREA​​ SACCARDO,​​ La botanica in Italia, I, Venezia,​​ Carlo Ferrari,​​ 1895, p. 29; II,​​ ibidem, 1901, p. 18;

VALERIO​​ GIACOMINI,​​ “Bertoloni, Antonio”, in​​ Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Ist. Enc. Ital.,​​ Vol. 9, 1967.